TEST ::: VIRUS RUVIDA

Gran parte delle minimoto presenti sul mercato si assomiglia in qualche particolare e un occhio poco esperto potrebbe avere difficoltà nel distinguere l’una dall’altra. Nel caso della Virus Ruvida non è possibile correre questo rischio: la particolarità e l’unicità delle sue caratteristiche tecniche/estetiche sono in grado di catturare gli sguardi di tutti, curiosi o addetti ai lavori che siano...

Grazie alla disponibilità dei ‘creatori’ della Ruvida, abbiamo avuto la possibilità di provare due esemplari con telaio 2007, equipaggiate di due differenti motorizzazioni.
Una con la tradizionale ammissione nel carter a lamelle, e l’altra con ammissione sempre nel carter ma a disco rotante, assoluta novità in campo minimoto.



Il telaio è formato da due piastre a forma di omega alle quali vengono ancorate le altre parti della moto; il forcellone anteriore, quello posteriore, le piastre di supporto del manubrio e le piastre che costituiscono il telaietto reggisella. Nella versione precedente le due piastre ad omega erano 'piene' e realizzate in fusione, mentre in questa nuova versione sono ricavate dal pieno e svuotate andando a formare una struttura a traliccio molto più leggera e sensibilmente più gradevole da guardare!
Questo ed altre opere di allegerimento hanno permesso alla ruvida di 'rimettersi in forma' rubando alla bilancia la bellezza di 3Kg.

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Il telaio è in lega di alluminio fresato dal pieno; nel particolare le piastre omega, i due forcelloni, le piastre del manubrio e altri particolari sono in anticorodal, mentre i due telaietti reggimanubrio e reggisella sono in perealuman fresati dal pieno e poi piegati in pressa. Questo particolare alluminio si piega senza snervarsi mantenendo intatte le sue caratteristiche meccaniche. Il telaio è totalmente privo di saldature.



Ciò che rende questo esemplare decisamente "unico" nel suo genere è l'avantreno. Eliminati i vincoli derivati dall'uso delle forcelle classiche, la regolazione della ciclistica del resto del telaio si rende completamente indipendente rispetto alla regolazione dell'avantreno.
Il canotto di sterzo è stato praticamente spostato all'interno del mozzo della ruota, rendendone possibile la variazione dell'angolo di inclinazione attraverso gli appositi braccetti, senza però modificare il passo della moto e lo spostamento del baricentro.



Grazie alla disponibilità della Famiglia Zocchi, abbiamo avuto la possibilità di testare la rustica creazione toscana sul circuito di S.Mauro Mare, famosissimo impianto che ha visto crescere numerosi campioni quali Rossi, Melandri, Dovizioso e… chi più ne ha più ne metta!!!

Purtroppo le condizioni meteo non hanno permesso di testare a pieno le potenzialità della splendida creatura toscana, alle prese con l'asfalto completamente bagnato in mattinata e umido nel pomeriggio...



Continua...




posted at 18:22:02 on 01/15/08 by gomitointerra - Category: Test Minimoto